ASPETTANDO IL METRO' | ||
by SILVANO BATTIMIELLO | 2006-11-12 21:11:42 | [17374] |
...showart?show=slv.0014 «Se non fosse perché ne costituisce la chiave di lettura, l’accostamento tra l’opera di S. Battimiello “Aspettando il metrò” e quella teatrale si S. Beckett “Aspetando Godot” sarebbe bizzarra ed incomprensibile. Ma, ad un esame più attento, conoscendone le motivazioni più recondite, il referimento non appare affatto peregrino. È da premettere che il motivo ispirante del quadro è da ricercarsi in quel particolare momento storico che vedeva la statua di Dante Alighieri, che campeggia nella piazza omonima di Napoli, soggetta ad un irriguardoso andirivieni, in attesa della fine dei lavori per la realizzazione della fermata della metropolitana. Ed, a ben vedere, lo stato di attesa “vissuto” dall’illustre monumento, è il medesimo “vissuto” dagli utenti del metrò, alcuni metri sotto, ed è quello “vissuto”, in termini più generali, da tutto il genere umano, da cui Beckett trae motivo per la sua opera teatrale. Infatti, è l’attesa dovuta all’incertezza della problematicità dell’essere che condiziona i personaggi e li inchioda ad una staticità amorfa, confusa ed apatica rotta soltanto dall’annuncio di un improbabile arrivo di Godot, unico appiglio alla loro esistenza; che già, comunque, sono convinti essere senza senso ed è una convinzione che cresce man mano che l’attesa si rivela essere inutile. Ma qui si ferma il possibile accostamento tra l’opera di Beckett e Battimiello, in quanto in quest’ultimo si affaccia una sorta di proposta risolutiva, un superamento dello scoglio dell’attesa, divenuta vana, e, quindi, un invito a scegliere tra uno stile di vita passionale e trasgressivo (manifesto Trasgredire) e quello eroico di una esistenza dedicata alla difesa del credo cristiano (manifesto Giovanna D’Arco), che ha l’effetto, tuttavia, di scaraventarsi come un macigno su una natura umana resa fragile dal pessimismo esistenziale…» (Giuseppe Benincaso) Quotazioni | ||